![]() | Antonio Sciarretta's Toponymy |
La prima menzione di Stiffe risale ad un catalogo del 1167 (...Stiffam...). Si trattava di un borgo fortificato che, verso il 1000, raccolse le popolazioni che fino ad allora facevano riferimento alla chiesa di Sant'Andrea nel piano. Il castello partecipò alla fondazione della città dell'Aquila, poi il centro passò sotto la giurisdizione di San Demetrio. Nel 1906 vi fu avviata la costruzione di una centrale idroelettrica, alimentata dalle acque delle "Grotte". Nel 1991 le Grotte furono aperte alla visita turistica.
La cima appartenente a Stiffe è ju móndë, ovvero il bordo dell'altopiano fra Terranera e Fonteavignone. Importante emergenza naturale è la fóssa, una cavità carsica che si trova ad est dell'abitato.
Straordinaria rilevanza hanno le cosiddette Grotte di Stiffe, attrezzate per la visita turistica. Qui vi è lo sbocco del ruscello ipogeo della fócë, che proviene dall'inghiottitoio di pùzzë callàrë sull'altopiano di Rocca di Mezzo.
2. A monte della Foce, la montagna di Stiffe confina con quelle di Tussillo e Fonteavignone. Il crinale qui sale gradatamente verso l'altopiano sommitale, a differenza del Colle Rotondo di Tussillo che si presenta come il bordo ben definito dell'altopiano stesso. Questa dorsale è detta a Stiffe allaccìrcë, con un nome che andrà analizzato come 'alla accircia', essendo quest'ultimo termine un riflesso di un latino *cercea, con assimilazione da quercea, nel senso di 'querceto'. Un toponimo dello stesso tipo si trova a Pettorano (Aq).
3. Proprio a confine con Fonteavignone, sopra la Foce, si trova la spianata delle mandrùccë. Si tratterà di una zona frequentata dai pastori, che vi avevano dei recinti per gli animali, chiamati in dialetto mandre.
5. Ad est della Valle Remozza si estende la montagna dei Colli, come è chiamata più in alto. La parte pertinente a Stiffe è per lo più occupata dal bosco del faìtë, fino ai confini con Campana. Il toponimo è un chiaro collettivo in -etum (-ìtë per metafonesi) del latino fagus 'faggio'.
6. Presenza dominante di questa parte di montagna è sicuramente la fóssa, ovvero una grossa dolina carsica (573 m) divisa in due dal confine comunale con Fagnano. In quest'area l'appellativo fossa, di origine latina, indica proprio le doline. Si confronti Fossa, nome di paese, e poi Fossa Pagliericcia di Casentino, Fossa Raganesca di Ocre, Fossa di Monticchio, ecc. Una strada mulattiera che sale dal paese è chiamata vìa dë la fóssa. Guadata la Valle Remozza, giunge infatti càpë la fóssa al quadrivio di 787 m detto lë quàttrë vìë a Campana e lë quàttrë stràdë a Fonteavignone.
7. Dal quadrivio, un sentiero risale verso la Valle Remozza, fino a trovare un nuovo bivio a q. 857. E' questa la zona di collicìglië, come viene chiamata almeno a Fonteavignone, la quale include la fascia ai piedi del bosco del Faggeto. Il nome è un diminutivo di colle, col doppio suffisso -icillo di diffusione meridionale. A monte, si trova càpë collicìglië.
8. Dal bivio di Collicillo il sentiero devia verso sud risalendo la ripida erta della castàgna. Ai margini del bosco del Faggeto, si tratterà di località dove vegetano i 'castagni'. Più sopra, si imbocca una vallecola cieca chiamata vàllë dëgli'ólmë. Questa è una designazione che richiama invece la presenza di 'olmi' fra la vegetazione arborea, ed è conosciuta anche a Fonteavignone, semplicemente come ólmë.
9. Tutta la catena Terranera-Fonteavignone è però nota ai locali con la locuzione a ju móndë 'al monte'. Come a Terranera stessa, monte indica il 'territorio alto', frequentato per la pratica della monticazione. Quindi, in particolare sarà riferito alla zona delle pagliare di Fagnano, Fontecchio, Tione.