Poggio Picenze

Appunti sul paese

Poggio si trova lungo la statale n° 17, sulla destra per chi proviene dall'Aquila. La statale ne attraversa la parte più alta, unendola a San Gregorio e, dall'altro lato, a Barisciano, mentre poco distante dall'abitato passa il trattuto di Foggia.

La prima testimonianza è datata 1173. In tale epoca il castello di Poggio apparteneva alla diocesi forconese e civilmente era compresa nella Terra Fuscolina. Partecipa nel sec. XIII alla fondazione della città dell'Aquila, alla cui nuova diocesi viene aggregata. Già nel XV sec. si ha notizia di una cava di quella pietra che sarà la maggiore risorsa per il paese. La cosiddetta pietra del Poggio ebbe grande diffusione per le sue qualità, così come i mastri scalpellini poggiani. Viceversa, mai ampiamente sfruttate furono l'agricoltura e ancor meno la pastorizia, data l'assenza di ampie porzioni di terreno adatte al pascolo. Durante il periodo francese (1805-1816) perse l'autonomia comunale, dipendendo da Barisciano.

Poche sono le testimonianze storiche nel suo territorio, anche perché un terremoto la distrusse quasi completamente nel 1762, ed il paese fu ricostruito sulle rovine delle vecchie case. Da segnalare è comunque la parrocchiale risalente almeno al sec. XIII, originariamente dedicata al Salvatore ed in seguito (sec. XIV-XV) a San Felice Martire di Gerona. Altre chiese sono quelle di San Giuliano (sec. XIV-XV) e della Visitazione (sec. XIV-XV). La Chiesa di San Rocco fu demolita nel 1939, dopo aver dato il nome alla vicina fontana, lungo il vecchio tracciato della statale. L'architettura civile offre una abitazione di stile romanico-gotico risalente al sec. XIII-XIV.

Appunti sul territorio

Il territorio comunale di Poggio Picenze confina con i tenimenti di Barisciano, San Demetrio, Fossa e Sant'Eusanio, e comprende una porzione montana sopra il paese e la statale n° 17, ed una porzione collinare fra questa e la statale n° 261, che include un tratto del tratturo di Foggia.

La montagna del Poggio, detta cënëràlë, fa parte del sistema orografico del Gran Sasso, in quanto occupa un piccolo settore dell'altopiano di Colle Rotondo e dei crinali che a questo fanno capo. La cima più elevata è la crucéttë (1291 m), posta all'estremità meridionale dell'altopiano, al culmine di un costone compreso fra ru vallónë picènzë ed il vallónë ru cambanàrë. Ad est di quest'ultimo, c'è il crinale di còllë rotónnë (965 m), ed ancora oltre il terzo vallone, ru fëssàtë cënëràlë.

La zona non abbonda d'acqua. L'acquedotto che serve Poggio ha la presa alle fundanèllë (977 m), ai confini con Barisciano, a valle della quale, nei pressi della statale, si trovano le famose cave di pietra che in passato costituivano una importante risorsa economica per il paese. Altre fonti si trovano nelle vicinanze del paese.

La toponomastica

La montagna del Cenerale
1. Attraversando il territorio comunale lungo la statale n° 17, procedendo da est verso ovest, si incontrano le foci di tre valloni che provengono dalla montagna del Poggio. In prossimità del primo vallone si trova l'imbocco di una strada sterrata. Un cartello stradale fornisce l'erronea indicazione della località come "Vallone del Campanaro". In realtà, mentre ru vallónë ru cambanàrë è il secondo fosso, questo è detto localmente ru fëssàtë cënëràlë, dal nome cënëràlë che indica tutta la montagna demaniale del Poggio. Il nome, formalmente, deriva da termine cene 'cenere', probabilmente per il tipo di terreno fine. Sulla cartografia IGM, il nome il Cenerale è limitato ad una piccola area non lontano dal paese.

2. Dopo un primo tratto di strada che si sviluppa sulla destra orografica del fosso, si passa sull'altra sponda, fino a guadare di nuovo il vallone alle pendici del còllë rotónnë, un crinale (965 m) dalla forma tondeggiante. Da notare nel toponimo dialettale l'assenza di metafonesi dell'aggettivo rotondo. Sulle carte IGM viene riportato C.le Rotondo.

3. Tornata sul versante destro del Fossato Cenerale, la strada passa a monte del costone della sëlvùccë, che si estende verso il basso fino quasi a lambire l'abitato. Il nome è un diminutivo di selva, per confronto con l'altra località della Selva.

4. In corrispondenza di un tornante, la cartografia IGM segnala una croce. Più a monte (957 m), si incontra la vecchia mulattiera che collegava Barisciano con Picenze, attraversando a mezza costa la montagna di Poggio. Continuando lungo la strada, si supera la zona chiamata Costa delle Pagliare sulle carte IGM e si rimonta il crinale ad ovest della valletta, un tempo coltivata, di vàllë còllë. Questo toponimo è composto da valle e dall'appellativo colle che in questo caso indica la montagnola sovrastante. La cartografia IGM ha ripreso la designazione Valle Colle.

5. La strada termina a q. 1089, nei pressi di un rifugio. Più sopra si trova la cima della montagna del Poggio, costituita da un cocuzzolo (1291 m), detto la crucétta, per via di una croce che vi è stata montata sopra per essere visibile dal paese. Da ciò deriva la designazione presente sulla cartografia IGM, M. Croce del Poggio.

6. Nella zona sommitale, i locali hanno segnalato una località detta ri laghéttë, con delle pozze che si formano con la pioggia, ma sembra escluso che tale zona sia quella indicata sulla cartografia IGM come il Laghetto, poiché tale designazione si riferisce ad una ominima località in territorio di Picenze.

7. Oltre la cima e sopra la Valle Colle si trovano la contrada delle macchiólë. Il nome, ripreso sulle carte IGM come le Macchiole, è un diminutivo di macchia 'macchia di bosco'.

8. Sulla mulattiera incontrata al bivio di q. 957, si è oggi sovrapposta una carrozzabile. Seguendola in direzione di Picenze, si guada il vallone di mezzo dei tre che interessano il territorio del Poggio, detto ru vallónë ru cambanàrë. Questo nome è un composto di vallone 'canalone di montagna' e di un appellativo campanaro che normalmente è di origine geomorfica, dipendendo dal crinale che ricorda nella forma una 'campana'.

9. Il Vallone del Campanaro sfocia sulla statale in località sandëròcchë, che prende il nome da una vecchia chiesa nel rione più a nord del paese, trasformata in scuola dopo il 1939. Nei pressi, fra la vecchia statale e la variante, vi è la fóndë dë sandëròcchë, ufficialmente chiamata "Fontana di San Rocco". Questi nomi non sono riportati sulla cartografia IGM, che però ha un terzo toponimo Sopra S. Rocco.

10. Più ad ovest del Vallone del Campanaro si trova il terzo fosso del Poggio, detto ru vallónë picènzë perché scorre a breve distanza da San Martino di Picenze. La statale lo solca con un ponte (736 m) presso i confini, a brevissima distanza dal quale c'è la fóndë dë fórma. Il nome di questa sorgente riflette l'appellativo forma 'canale di adduzione dell'acqua al mulino', che forse qui è un traslato ad indicare il vallone stesso.

11. Le pendici orientali della montagna del Poggio sono percorse dalle due mulattiere che si dirigevano verso Barisciano. La via di valle parte dal póndë rovèscë, il ponte col quale la vecchia statale (che passa sotto l'attuale) guada il Fossato Cenerale. Attraversato il tratto nuovo di statale, la mulattiera passa vicino alle famose cave di pietra, in località lë màcchië. Si tratta di una zona non coltivata, nella quale sono presenti piante di mandorli. Il nome è l'appellativo macchia che qui vale 'boscaglia'.

12. La mulattiera di monte per Barisciano si imbocca lungo la strada di Cenerale o direttamente dal paese, nei pressi della Fonte di San Rocco. Lasciata la strada, si passa a valle del querceto della sélva, che occupa tutta la porzione di territorio fino ai confini con Barisciano. In questo toponimo l'appellativo selva assume il valore di 'bosco', contrapposto a macchia dal valore leggermente spregiativo.

13. A nordovest della Selva, la mulattiera segue la linea dell'acquedotto, transitando affianco a dei mandroni, fino a raggiungere la presa d'acqua delle fundanèllë (970 m). Il nome della sorgente è di chiara origine, ed è riportato sulla cartografia IGM come le Fontanelle. Qui, ai confini con Barisciano, si ritrova la carrozzabile Barisciano-Picenze, lungo la quale in un centinaio di metri si esce dal territorio di Poggio.


Nella parte a valle della statale, è innanzitutto da segnalare il toponimo la castigliùccia, un cocuzzolo (803 m) sotto il quale i paesani ricordano dei ruderi, dietro il quale si trova un curvone della vecchia statale noto come la cùrva dë ru casìnë. Poi il pendio delle césë (773 m) nei pressi del paese, non lontano dalla fóndë dë ru pagliàrë (750 m). Infine le contrade coltivate di mariàlë, lungo la strada per San Demetrio, e di mariàlë lundànë verso il Tratturo, fra le quali c'è il pendio di ngullefiórë.