Ocre

Appunti sul paese

Ocre è un comune sparso con sede nella frazione San Panfilo, e comprendente le altre ville di San Martino, San Felice, Cavalletto e Valle. Sono tutti centri di parlata forconese.

Forse nella zona di Ocre sorgeva l'antica città vestino-romana di Frusterna. L'insediamento medievale di Ocre è citato per la prima volta nel sec. XII come Ocrem. Il toponimo è legato al latino ocris 'punta', di origine italica.

Il monastero-fortezza di Santo Spirito risale al sec. XIII, e conserva della costruzione originaria alcuni pregevoli affreschi. Il Castello d'Ocre è un borgo fortificato situato a q. 993 sul Monte del Circolo, fra Ocre e Fossa. Di ampie dimensioni, comprendente stradine, fondaci e una chiesa, è legato al culto di San Massimo. Il convento di Sant'Angelo d'Ocre è arroccato su uno sperone roccioso. Edificato nel 1242 per essere un convento di suore benedettine, passò nel sec. XV ai francescani.

Appunti sul territorio

La montagna di Ocre è quella che sovrasta la frazione di San Martino e la statale n° 5 bis, a partire dai confini con Bagno. Si tratta di una porzione non ampia del massiccio del Velino, incuneata fra quelle pertinenti a Bagno e, dal lato orientale, Rocca di Cambio. Il confine con Bagno passa sui tré bàvëzë (2149 m, 2150 m, 2151 m), sulla cresta sommitale di móndë càgnë, ad ovest della cima più elevata (2209 m). Poi la cresta risale ancora con la q. 2153, a confine con Rocca di Cambio. Il versante nordorientale di questa dorsale costituisce il tenimento montano di Ocre, compatto e solamente interrotto dai solchi di valloncelli minori. Fra San Martino e la statale, si estendono le regioni di vaccarìtë e delle còstë.

Quanto alla presenza antropica, vanno ricordati i recenti ricoveri di malëquagliàta (1444 m) e dei mandrìnë (1536 m), costruiti in aree già in passato adibite a stazzo, e i numerosi fontanili. La sorgente dell'acquazzésë serve il piccolo acquedotto di Fontavignone.

I sentieri CAI citati sono il n° 8B, da Vallesindola di Bagno ai mandrìnë, e il n° 9B da Rocca di Cambio alla cima di móndë càgnë.

La toponomastica

La regione di Malequagliata
1. La strada nuova parte dal km 15 della statale n° 5 bis, in località lë rottèllë, attrezzata con fontanili serviti dalla presa dell'acquedotto di San Martino. Il toponimo è un diminutivo di grotta, ed alluderà alla presenza di sgrottamenti naturali, magari utilizzati in passato come ricoveri di fortuna.

2. La strada lambisce una zona boscosa, passando sopra un pendio prativo, detto lë pràta, mentre il tratto attraversato dalla strada è càpë lë pràta. La voce prata, in origine plurale neutro di pratum 'prato', designa sovente, ma forse non in questo caso, delle contrade coltivate. Quanto a capo, è preposizione con valore 'parte alta di'. Più a monte, ci sono lë pratèllë, designate con un diminutivo (suffisso -ello) di prata, riportato sulla cartografia IGM come Pratelle. Da notare che anche a Bagno esiste il toponimo càpë lë pràta, proprio per la zona a confine, per cui si può immaginare che il nome Prata designasse tutta la fascia prativa, cioè sgombra dal bosco, ai piedi di Monte Cagno e della motagna del Coppone.

3. Usciti dalla zona boscata, si risale la còsta d'ju jàccë d'ju rré, che prende il nome da uno stazzo denominato mediante un soprannome locale, 'il re'. Più sopra, c'è un altro stazzo, lo jàccë d'ju guàppë, con un fontanile inutilizzabile, riportato sulla carta CAI (1380 m). La voce jaccio 'stazzo', riflette il latino iacere 'giacere' ed è la designazione in uso in quasi la totalità dell'Appennino Centrale.

4. A q. 1500 circa, la carrareccia si biforca. Il ramo di destra procede verso i confini con Bagno, mentre quello di sinistra sale allo stazzo di mmalëquagliàta, con un recente ricovero munito di fontanile (1441 m). Il curioso nome, conferato dalla cartografia IGM che riporta Malequagliata, è composto dell'aggettivo male preposto, e della voce quagliata 'cagliata', pps. del verbo quagliare, latino volgare *quagulare per classico coagulare. Il senso della designazione è, però, incerto, pur se richiama il mondo pastorale: forse trattasi di un originario soprannome.

5. Dopo il ricovero di Malequagliata, la strada compie alcuni ampi tornanti per superare un tratto in sensibile salita, attraversando il canàl'e mallëvó e l'omonima contrada, mallëvó. Si tratta di toponimo composto, formato da valle e dall'aggettivo vono, con apocope dialettale. Il senso è dunque 'valle buona', con riferimento al pascolo del bestiame. Quanto a canale, vale 'fosso apportatore d'acqua', traslato dal primigenio significato di 'grondaia'.

6. Un secondo ricovero è più avanti (1536 m), con un paio di vicini fontanili. La guida CAI lo chiama ricovero dell'Acquazzese, mentre nella nomenclatura dialettale è ju jàccë 'lo stazzo', il che corrisponde a quanto riportato nelle carte IGM, gli Stazzi. In effetti, vi sono ruderi di un recinto, ancora ricordato come màndr'e lë vàcchë, e forse altri minori, dato che un altro toponimo della zona è ji mandrìnë. La voce mandra, prestito greco nel latino, ha perso in dialetto l'originario significato, conservato nella voce dotta italiana, ed ha assunto quello di 'recinto per la mandria', con traslato "dal contenuto al contenente".

7. A valle della carrareccia appena seguita, passava una più antico viarella, che congiungeva Malequagliata con i Mandrini. Lungo questo sentiero, si trova la piàna dë zórë, un tratto erboso pianeggiante, che ricorda un soprannome locale.

8. Un'altra stradella è quella che conduce da Malequagliata verso i confini con Bagno. Sotto il rifugio, in zona rocciosa, deve trovarsi la rótta dëgli'ùrzë, una grotta che testimonia la presenza dell'orso in tempi antichi. Altre località lungo questa via sono còll'amicónë e péttë picciónë, due colli ormai vicini alla strada nuova. Il primo richiama un soprannome locale (anche cognome), il secondo è un traslato geomorfico, da 'petto (di) piccione', con allusione ad una prominenza del terreno. Oscuro è invece il toponimo cartëlària (forse 'quarto dell'aia?) che è pure stato registrato per questa zona.

9. Ancora più a valle, c'è la vecchia via di salita a Malequagliata da San Martino. Questa parte in corrispondenza del km 16 della statale, rimontando il costone che chiude vallórë. Quindi traversa i ripidi pendii sopra ju fucìtë, un canale (o una serie di canali vicini) che scende in direzione della sovrastante mallëvó. La voce dialettale è un derivato di foce, nel senso di 'sbocco', in questo caso dell'acqua al piano. Un ramo della mulattiera va poi a raggiungere Malequagliata passando per la Grotta dell'Orso, mentre il ramo principale si dirige in località péttë picciónë, transitando per carnassàlë, contrada che trae il nome dal soprannome di un proprietario, e per la fóndë nascòsta che, data la parvenza moderna del nome, può senz'altro riferirsi al fontanile sito a q. 1380 che, come riporta la guida CAI, è poco visibile perché collocato in una scarpata. Un altro toponimo della zona, lungo un'ulteriore diramazione da cartëlària al fucìtë, sarebbe ju ronësìcchë, ma il suo significato è del tutto oscuro.

10. Dalla zona delle Pratelle sulla strada nuova, partono due sentieri molto più antichi, frequentati dai pastori. Il primo passa sopra la vàllë réa, un canale che precipita sulla statale fra il km 12 e il km 13. Questo toponimo, che suona Vallerea sulla cartografia IGM, è composto da valle e da un secondo termine incerto, forse collegabile al piemontese rea o reia 'ciglione erboso di monte'. Nel fosso, si troverebbe anche un fontanile, ignorato sia dalla carta IGM che da quella CAI, ma noto localmente come fondanìlë a la vàllë réa. L'origine recente del fontanile è testimoniata dall'uso di questo termine, poco usato nella nomenclatura dialettale, nel toponimo.

11. A ovest della Vallerea si trova, a confine con Bagno, il colle di ngurnìtë, che corrisponde più o meno all'IGM Cornito. Si tratta infatti di un derivato del fitonimo corno 'corniolo', mediante il suffisso collettivo -eto. Ad est della valle, transita un secondo sentierino proveniente dalle Pratelle, da dove scende sul coll'amùccë, un dosso denominato a partire da un soprannome locale, raggiunge con numerosi tornanti il fontanile, e da qui si dirige nella contrada tèrra piàna, non lontano dalla statale.

12. Un ulteriore sentierino che parte dalla zona di Malequagliata è quello ripreso dal sentiero CAI n° 8B, che passa pé fóssa rànnë, dirigendosi poi verso Vallesindola di Bagno.


La montagna di Colle Alto
13. Il confine con Rocca di Cambio passa sopra un dosso che si evidenzia rispetto alla mole di Monte Cagno, ed è detto collàldë ossia, come riportato sulla cartografia IGM, Collalto. Questo perché appare come il più elevato dei colli che costituiscono le pendici del citato monte. Sopra al dosso, il confine è segnato dal muragliónë, un poderoso muro a secco lungo più di 600 m, che giunge fino alla bastionata di rocce sotto la cima.

14. Più a valle, la località dell'acquazzésë si trova non lontano dal ricovero così chiamato dalla guida CAI. E' una sorgentella a q. 1462, chiamata l'Acquazzese sulla carta IGM, che alimenta l'acquedotto di Fontavignone, frazione di Rocca di Mezzo. Il nome è un derivato di acquazza, a sua volta da *aquatia, deverbale da aquare 'dare acqua, innacquare'.

15. La fonte dell'Acquazzese viene raggiunta da una mulattiera che parte dalla statale, in corrispondenza della màcchja dë trìë, una zona boschiva che prende il nome dalla località di Rocca di Cambio trìë (o trìa), così come il vicino riàccë trìë, che è un fosso che costeggia l'acquedotto di Fontavignone, scendendo lungo i tornanti della statale. Quest'ultimo nome è un derivato di rio, con suffisso accrescitivo -accio.

16. Sotto la fonte, scende un valloncello che più in basso si riunisce con il riàccë trìë, per confluire nella contrada Vaccareto. Si tratta di vallórë, il cui nome appare composto da valle e dall'oronimo oro, che vale 'poggio' anche in composti come Montorio, Mont(u)oro piuttosto diffusi. Il 'poggio' in questione sarà il colle che chiude a ovest la valle, il cui versante orientale è detto solàgna dë vallórë, perché esposto a sole, e la cui parte superiore è nota come ji cóppë dë vallórë, dalla voce coppo che indica una 'conca, avvallamento'. Infine, la zona lungo la statale dove il valloncello sfocia (km 16) è chiamato ju fùnn'e pé vallórë.


Monte Cagno
17. La montagna di Ocre è móndë càgnë, la cui cimata segna il confine con Rocca di Cambio e, in parte Bagno. In realtà, il nome assegnato dalla cartografia IGM (sin dall'edizione del 1884) alla cima è M. Ocre, e da tempo è utilizzato il nome Monte d'Ocre, Monti d'Ocre in guide ecc. Queste dipendono probabilmente da designazioni come Montagna di San Martino, Montagne di Ocre che comparivano già nell'Atlante di Rizzi-Zannoni (a. 1783) e che si possono ancora sentire dai locali, ad esempio a Roio. La voce dialettale, invece, la si ritrova nel nome M. Cagno con cui la carta IGM designa solo la cima (2153 m) che domina l'abitato di Rocca di Cambio. Questo nome, come già detto, va invece esteso all'intera montagna, come faceva l'Atlante di Rizzi-Zannoni (a. 1783). E' significativo il fatto che sia un composto di monte, che non vale semplicemente 'cima', bensì proprio 'montagna'. Quanto alla specificazione, che tra l'altro è alla base del nome di Rocca di Cambio, viene in genere ricondotta ad un gentilizio romano, senza suffisso, Camnius, lo stesso che ha generato il toponimo Cagnano (Aq). Qualche dubbio può venire dal fatto che toponimi dello stesso tipo sono sorprendentemente diffusi, più di quanto si possa prevedere per un toponimo fondiario risalente ad epoca antica, anteriore a quella che vide lo sviluppo dei toponimi in -ano.

18. Una via di salita alla cima di Monte Cagno è quella ripresa dall'itinerario CAI n° 9B che, partendo dai Mandrini, passa sotto le rocce in località pé càgnë, 'piedi Cagno'. La via è chiamata in dialetto stradèlla dë la fossétta, perché la via transita successivamente alla base di una dirupata conca , forse di origine glaciale, detta la fossétta (e non ovviamente la Foresta come erroneamente emendato sulla carta CAI), per contrasto con la fóssa rànnë. Questa si trova a confine con Bagno, come registra la cartografia IGM col toponimo Fossa Grande. In questi nomi, la voce fossa vale 'conca, vallone'.

19. Superato il costone che separa la Fossetta dalla Fossa Grande, il sentiero n° 9B passa sopra lë nëvèrë, un ripido canale che scende direttamente dalla cima di Monte Cagno. Questo nome è uno dei rari casi in cui un toponimo risulta formato da un derivato di neve. In effetti si tratta di un traslato, da nev(i)era 'luogo dove si conserva la neve in paese' a 'nevaio'. Si tenga presente che l'esposizione è a nord, e che questo versante è tristemente noto per le frequenti valanghe.

20. Sulla cimata di Monte Cagno, la nomenclatura dialettale distingue ngìmë la fossétta, che è il punto più elevato (2204 m), ngìm'a sëttàcquë, più ad est, entrambe denominate da località sottostanti, pur se da opposti versanti. Poi c'è sàssë tùnnë (forse q. 2121), ovvero 'sasso tondo', un punto roccioso svettante ed, infine, la cima sopra ju muragliónë, a confine con Rocca di Cambio.


La regione di Vaccareto
21. Da San Martino d'Ocre, non lontano dal cimitero, parte una carrareccia che va a riunirsi alla statale nei pressi del km 16. Fuori dall'abitato, si trova la vàllë jùnë, rappresentata sulla cartografia IGM. Quanto al toponimo, è un composto di valle e di un secondo termine che sarà l'aggettivo juvene(m), con fonetica dialettale jù(i)në, oppure un personale germanico, da confrontare con nomi del tipo Valle Aiuna.

22. Lungo questa carrareccia, si incontrano le località ju làghë, poi còllë dë càp'a j'órtë, in cima ad una contrada coltivata (non seminativa), la préta e la préta dë sóttë. Prima di giungere sulla statale, si tiene sulla sinistra l'avvio della sèrra piàna, un lungo colle che separa il campo dove sorge San Martino dalla contrada del Vaccareto. La voce serra riflette l'analoga voce latina, in origine 'sega', poi passata ad indicare delle creste di monte, con allusione alla dentellatura. Quanto all'aggettivo piano, descrive l'andamento orografico del colle (1226 m).

23. Dietro alla Serra Piana, si estende il pianoro di vaccarìtë, designato come Vaccarito sulla cartografia IGM. In realtà, il toponimo è un collettivo col suffisso -eto, con metafonia dialettale, ìtë. Ma la base non è, come al solito, un fitonimo, bensì l'appellativo vaccaro, aggettivo da vacca 'pertinente alle vacche'.


La montagna delle Coste
24. La regione delle còstë si estende fra Vaccareto e la statale, fino ai confini con Rocca di Cambio e Fontavignone. Si tratta di una serie di dossi (1421 m), circondati da terreno molto accidentato, detto ji cóppë dë lë còstë. La voce costa indica un 'pendio', in genere sodo oppure esposto a sud. La voce coppo, invece, vale 'dolina, avvallamento del terreno'.

25. Diversi altri toponimi sono stati registrati per l'are compresa fra la statale n° 5 bis, i confini comunali e la nuova strada San Martino-Terranera. La loro collocazione è, però, incerta: la piàjë ji cóglië, lë còstë dë magliérë, u vadùccë, vàllë ju péschjë, solàgna vàllë ju péschjë, fóssa lë pànë, sàssë cipollónë, càpë la purtèllë, purtijùccë, còllë dë la piàjë. Sicuramente a valle della Macchia di Lazzaro, cioè della strada nuova, sono la fócë, vàdë dë la fócë.