Santa Maria del Ponte (Tione degli Abruzzi)

Appunti sul territorio

La toponomastica

La montagna di Tortorello
1. Fra il rione orientale del paese e la strada, si trova l'importante fóndë rëcòllë, dalla quale si accede con una stradina al rione occidentale. La fonte è segnata sulle carte ma senza nome il quale, a parte l'appellativo trasparente fonte, appare formato da una specificazione che sembra confrontarsi con il toponimo Racollo a Campo Imperatore.

2. Dalla Fonte Recollo parte una via che, costeggiando l'acquedotto, sale al pùzzë (714 m), ovvero la presa d'acqua della conduttura di Santa Maria. Una seconda via, che può essere imboccata dal rione occidentale, segue il vallónë rànnë. Si tratta del maggiore impluvio del territorio, che scende direttamente dal giogo montano a confine con Bominaco. Il nome, assente sulle carte IGM, è un composto di vallone, accrescitivo di valle, con l'aggettivo grande.

3. La via del Vallone Grande passa sotto un ponte (581 m) della provinciale, lambendo poco dopo i ruderi di sandalucìa. Non sappiamo bene che origine abbiano tali ruderi, i quali danno comunque il nome alla contrada, così come riportato pure sulle carte IGM, che hanno il toponimo S. Lucia.

3. A quota 722 la via del Vallone Grande abbandona il fondo del fosso e piega verso destra (est), salendo i pendii delle pëlèllë, dove si trovavano alcuni coltivi. Il nome della contrada riflette l'appellativo pila 'vasca di pietra per raccogliere l'acqua', molto usato in toponomastica in senso traslato.

4. La via del Vallone Grande muore una volta raggiunti i coltivi delle Pilelle. Più in alto, si trovavano altri coltivi, in contrada la ginebbràra, quasi ai confini con Bominaco. Il toponimo è una formazione collettiva in -ara dal nome del ginebbro, il 'ginepro', una pianta che evidentemente vegeta nella zona.

5. A monte della Gineprara, la cresta accidentata che segna il confine con Bominaco è chiamata rìschja (1158 m) dai locali di entrambi i paesi. Tale nome riflette l'appellativo (a)rischia 'resta del grano', forse con allusione alla presenza di seminativi, o come traslato geomorfico, e si confronta con il nome di Arischia, frazione dell'Aquila. Sulle carte IGM il nome della contrada è assente, mentre il cocuzzolo che la domina (1245 m) è stato ribattezzato C.le Rischia. Ma presso i locali di entrambi i paesi esiste un nome specifico per detta elevazione, che costituisce tra l'altro il culmine di questa porzione di montagna. Tale nome è tortëréglië, riflesso della voce tortore 'bastone, legno ritorto', da un latino regionale tortorium, dall'aggettivo tortus. L'origine della designazione è dunque un traslato geomorfico.

6. Il vasto ed uniforme pendio a sud della cima di Tortorello è chiamata la dëfènza, come riportato pure dalla cartografia IGM che presenta Difensa. Si trattava, infatti, di una defensa, ovvero di una 'bandita', un luogo ove era proibito fare legna.

7. A valle del bosco della Defensa, a confine con Acciano, si estendono le località cërrétë e pandànë. Il primo toponimo richiama la presenza della specie arborea cerro, attraverso una formazione toponimica colletiva in -eta, mentre il secondo nome riflette l'appellativo pantano 'pantano, acquitrino, zona umida', giustificato dalla presenza di un pozzo (681 m). Sulle carte è riportato curiosamente il nome 'composto' Pantano di Cerreto, tra l'altro pure formalmente errato perché cërrétë è femminile plurale.

8. Non lontano dal paese, sulla provinciale, risulta ben definita la contrada di vignàlë, caratterizzata dalla presenza di vigne, da cui il nome, segnalate pure sulle carte IGM. A monte di questo tratto di strada, sale il pendio della màcchia, una porzione di boscaglia che arriva fino al Pozzo. L'appellativo macchia usualmente designa un 'bosco' o anche una 'porzione di terreno di colore diverso dagli altri circostanti'. Sulle carte IGM viene riportato il toponimo Macchia.

9. A valle dei Vignali, il declivo è solcato dalla vallicèlla, un fosso proveniente dalla presa d'acqua del Pozzo, e che si getta nel fiume dopo aver lambito il cimitero. Il nome, un diffuso diminutivo di valle, è riportato sulle carte IGM come Vallicella.

10. L'impluvio della Vallicella lascia alla destra orografica (ovest) il pendio di cascìna, lo stesso dove sorge l'abitato, mentre alla sinistra (est) c'è còllë tóstë. Tale nome, riportato come Colletosto sulle carte IGM, vale 'colle duro', con riferimento al tipo di terreno. Per l'uso dell'aggettivo tosto in toponomastica, si confronti il nome di Campotosto (Aq).


La montagna di
11. Dal rione occidentale dell'abitato parte una strada campestre che riprende il tracciato di una vecchia via, diretta alla chiesetta di San Pancrazio, principale emergenza storico-architettonica del tenimento di Santa Maria. Lasciata la provinciale, la strada costeggia la contrada sandèllë, marcata dalla rpesenza di una baracca. Sulle carte IGM il nome è riportato come Santella, ma la formazione ed il significato del toponimo restano oscuri, anche se probabilmente connessi in qualche modo con l'aggettivo santo e la chiesa stessa.

12. Oltre San Pancrazio, la strada campestre raggiunge, morendo, la fóndë castèllë (830 m), importante sorgente che dà il nome alla zona circostante, come riportato dalle carte IGM che hanno Fonte Castello, ed al vallone che scorre presso la fonte e che si getta nel fiume non lontano dal rione occidentale. Il nome della sorgente richiama la presenza di un castello, così come il nome di una vasta radura situata più a monte, verso la cima della montagna, la quale è nota come pràtë castëllànë (1022 m). Da questi toponimi, è lecito ipotizzare la presenza nell'antichità di un insediamento, antesignano dell'attuale Santa Maria, sviluppatosi attorno alla chiesa omonima. Sulle carte IGM il nome della radura è stato trasposto in M. di Prato Castellano, ed attribuito alla cimata sovrastante, che divide dalla Valle Maiore di Fontecchio.

13. Un ramo secondario della strada campestre per Fonte Castello si stacca poco dopo la partenza e, guadato il vallone di Fonte Castello, rimonta la costa di còllë ròsë, sul quale si trovavano dei coltivi, quasi a confine con Fontecchio. Il nome della contrada, pur confermato dal Collerosa riportato sulla cartografia IGM, resta oscuro, non essendo chiaro se la specificazione rosa si riferisca al nome della 'rosa canina' o abbia altra origine.

14. Alcuni coltivi situati a valle del pendio di Collerosa costituiscono la contrada di calabbrìttë. Questo nome è chiaro, derivando da una variante metafonetica del tipo toponimico calabretto, riflesso di un latino *calabrictum, forma collettiva del fitonimo calabrix, -icis 'specie di pino selvatico'.

15. L'ultimo sperone della costa di Collerosa, aggirato dalla strada provinciale (584 m) è sede della contrada jàccë. Si tratta di una spianata probabilmente usata in passato come luogo per il riovero degli animali, da cui il nome, che riflette l'appellativo iaccio 'stazzo'.

16. Sotto la strada provinciale, infine, si trova la località detta lìschë lònghë. Secondo una prima ipotesi, il nome riflette l'appellativo lesca, in una ipotetica variante lisca 'fetta', con riferimento a strisce di terreno coltivate, specificato dall'aggettivo 'lungo'. Oppure, si il nome va analizzato come l'ischë lònghë, dal raro ed arcaico appellativo isca 'isola', detto di località circondate da zone paludose o torrenti. La presenza di un toponimo simile chiaramente interpretabile a Termine (Aq), fa preferire la prima ipotesi.