Pescomaggiore

Appunti sul paese

Ben poco si può dire su Pescomaggiore, castello dipendente da Paganica, della cui circoscrizione tuttora fa parte nell'ambito del comune dell'Aquila. Dal punto di vista dialettale, si tratta di un centro di parlata raialese.

La prima attestazione della villa di Pescomaggiore si ha nel 1204, in un documento riguardante la diocesi di Forcona. Quanto al toponimo, esso appare di origine locale, essendo composto dalla voce peschio 'macigno', e dall'aggettivo maggiore.

Il paese ha dentro le mura la chiesa di Santa Maria, ma il tempio maggiore è quello di San Martino. Fuori l'abitato, la chiesa cimiteriale è dedicata a San Rocco.

Appunti sul territorio

Il villaggio di Pescomaggiore si trova alle pendici sudoccidentali della pozione della catena del Gran Sasso che si estende alla sinistra del torrente Raiale, confinando con Filetto a nord e Picenze a sudest.

La montagna di Pescomaggiore fa capo al nodo orografico di còlle pèrno (1312 m), dal quale si stacca un arcuato crinale comprendente la cima della frónde (1283 m), il cosiddetto Monte del Prato (1299 m) ed il mónde cróce (1208 m). Non lontano dal paese, il crinale si biforca: un ramo scende verso il famoso còlle vìsco (776 m), mentre l'altro si innalza con lo sperone dove sorge l'abitato (389 m), ed il cocuzzolo della sèrra (933 m). Fra i due rami, si apre il vallóne cìngue ciùrri, mentre il primo ramo è chiuso ad est dalla màlle màrra, il secondo ad ovest dalla vàlle fiocàna.

L'emergenza più notevole del territorio di Pescomaggiore si trova, come già richiamato, al di fuori dell'area montana, nella zona di Monte Manicola. Nell'area qui trattata, vanno ricordate le sorgenti della conzèrva, della fórma, di fónde erróne, della fónde ella piètra. La cima di mónde cróce, inoltre, richiama per forma e per il fatto di essere segnalata con tale manufatto, i vicini cocuzzoli del Cerchio e della Croce di Picenze, dove sono tracce di recinti megalitici risalenti all'Età del Bronzo.

L'area in esame si trova al di fuori di quella trattata dalla carta CAI del Gran Sasso, per cui non vi sono sentieri segnati.

La toponomastica

Colle Perno
1. Uscendo dall'abitato in direzione nord, verso Filetto, si trova sulla destra una diramazione battuta che, con percorso non troppo accidentato va a ricongiungersi con analoga via campestre proveniente da Filetto e dirette alla Villa di Barisciano. In corrispondenza di un primo tornante, si trova il fontanile delle conzèrva (1012 m), con l'omonima sorgente, indicata sulla cartografia IGM col nome di F.te Conserva, che sta un po' più a monte. Il toponimo riflette l'appellativo dialettale conserva 'luogo nascosto', e di certo descrive la morfologia del sito.

2. La sorgente si trova alle pendici di un cocuzzolo alto 1208 m, sormontato da una croce ben visibile dall'abitato. Si tratta del mónde cróce, chiamato in tal modo anche sulle carte IGM, che riportano il toponimo M. Croce.

3. Proseguendo lungo la strada campestre, si attracersa la località pì ell'àra, che corrisponde all'indicazione Pié dell'Aia della cartografia IGM. Il toponimo presuppone l'esistenza di una ara 'aia', per la trebbiatura del grano e di altri cereali. Potrebbe essere localizzata sulla sommità di una spianata naturale (1035 m), fra la via interpoderale e la carrozzabile per Filetto.

4. Una seconda sorgente si trova più avanti, sempre lungo la strada campestre, dopo una coppia di tornanti. Si tratta della fónde òneca (1090 m), dotata di fontanile, come riportato sulla cartografia IGM che chiama la sorgente F.te Onega, con adattamento svisato (e 'settentrionaleggiante') dell'aggettivo che è alla base della designazione. Questi è infatti un riflesso romanzo del latino dom(i)nicus 'del signore', secondo le regole della fonetica locale.

5. Poco dopo la Fonte Donica, si trova sulla destra una pista che risale una valletta un tempo coltivata. E' questa la vàlle marianésa, a Filetto nota come vàlle marianése, da un personale Mariano, attraverso il noto suffisso denominale -ese nel senso di 'valle di (un) Mariano'.

6. Sulla sinistra della strada campestre si ha invece, a questo punto, l'elevazione di còlle rotónno (1166 m), posto a confine con la vicina Filetto. Il toponimo, riportato come C.le Rotondo sulla cartografia IGM, ha origine trasparente, dalla forma. Si noti l'assenza di metafonia da -u tipica dei dialetti raialesi e fuscolini.

7. In prossimità della testata della Valle delle Pere di Filetto, la strada campestre incontra quella proveniente da quest'ultimo centro. Svoltando a destra (est), si arriva al pràto, un lungo sistema vallivo a confine fra Filetto, Pescomaggiore e Barisciano. Dalla designazione dialettale dipende il toponimo riportato sulle carte IGM M. del Prato, che si riferisce ad un cocuzzolo (1291 m) a sud della strada.

8. Affianco al citato cocuzzolo, ancora più a sud c'è il colle della frónde (1283 m), così chiamato per via della rupe che lo regge dal lato della sottostante Valle Fura. La cartografia IGM ha trasformato questa designazione nel toponimo M. la Fronte. In cima al crinale appena rimontato c'è il Colle Perno (1312 m), il cui nome è stato registrato a Filetto (còlle pérno) piuttosto che a Pescomaggiore.


La Valle Marra
9. Il più importante vallone del territorio di Pescomaggiore ha la foce in tenimento di Picenze, a cui appartiene la chiesetta di San Valentino, che in esso si trova. Si tratta del vallone chiamato màlle màrra, da un appellativo marra che designa un attrezzo per dissodare la terra, riferendosi dunque ad una determinata fase dello sfruttamento agricolo della zona. La cartografia IGM ha ripreso il nome dialettale, riportando Valle Marra.

10. Alla destra orografica del vallone (ovest), si trova il lungo crinale della còsta elle màcchje, condiviso con Picenze e rimontato da una mulattiera che parte dalle ville di quest'ultimo centro. Il toponimo è presente come Costa delle Macchie sulle carte IGM, riflettendo il diffuso appellativo macchia 'boscaglia', dal latino macula, in origine 'macchia'.

11. Attraversati i confini comunali, la mulattiera della Costa delle Macchie devia verso ovest andando a toccare dapprima i coltivi di pézzo grànne. Si tratta di una località, chiamata Pezzo Grande sulla cartografia IGM, che porta un toponimo trasparente, alludendo la voce pezzo ad una 'quantità di terra lavorata'.

12. Risalendo la Valle Marra, a quota 1090 m si incontra una traccia che supera l'esile crestina (1090 m) che chiude ad ovest il vallone, dirigendosi verso Pescomaggiore. La via è detta del frattàle, poiché attraversa delle località dove permane della boscaglia. Il toponimo, infatti, che si confronta colla designazione IGM Frattale, è un derivato della voce fratta 'boscaglia intricata', attraverso il suffisso aggettivale -ale.

13. La parte più alta della valle non è raggiunta dal basso, stando almeno alla sentieristica IGM, bensì da una stradina che parte in corrispondenza della Conserva. Tale stradina raggiunge la valle a quota 1049 m. Da questo punto in poi essa prende il nome di vàlle fùra a Pescomaggiore, mentre a Picenze è chiamata piuttosto vàllë fùnë, forse confondendo la designazione originaria, che pare essere l'aggettivo fura 'ladra'. Quanto al significato di tale designazione, esso è oscuro, ma non mancano confronti con analoghi toponimi.

14. Quasi alla testata della Valle Fura si trova, alla sinistra orografica (sud), lo sperone del còlle ella réna (1218 m), dirimpetto al dirupo della Fronte. L'origine di questa designazione starà ovviamente nell'abbondanza di rena alle pendici di detto colle.


Il Vallone Cinque Ciurri
15. A Pescomaggiore si arriva da ovest, seguendo una strada asfaltata da Paganica. Dalla parte opposta, il paese guarda il profondo vallóne cìngue ciùrri, così chiamato per via di alcuni sporadici alberi che vi cresceranno. La voce ciurro, infatti, equivale a 'pelo, ciocca' e qui è utilizzata come evidente traslato. Da notare che la cartografia IGM propone la stessa designazione, Vallone Cinque Ciurri.

16. Di fronte al paese, dalla parte opposta rispetto al vallone, si trova la località della carecàra (948 m), dove si trovava una cava di pietre per la calcinazione. Il toponimo riflette appunto l'appellativo *calcaria, derivato di calx, calcis 'calce'.

17. Poco più a valle, si trova sulla sinistra orografica del vallone una deviazione che conduce ad una casetta isolata (924 m) sita in contrada sarrìcula. Questo curioso toponimo è stato interpretato dalla cartografia IGM come agionimo, S. Ricola, ma esso appare piuttosto come un diminutivo, forse un soprannome. In mancanza di qualsiasi riscontro con toponimi analoghi, l'etimologia del nome rimane oscura. Evidente, è invece l'origine agionimica del toponimo sarrócco, relativo alla zona del cimitero di Pescomaggiore (896 m), con vicina una croce (883 m).

18. La foce del vallone è nella località coltivata di sètte vàsche, ormai in direzione di Paganica. Il toponimo, riportato anche sulla cartografia IGM come Sette Vasche, si riferisce a dei fontanili realizzati in passato, dei quali oggi non rimane traccia.

19. La testata della vallata di Sette Vasche si trova in corrispondenza di un'insellatura a nord del Monte Manicola sopra San Gregorio, noto per la discarica consortile che tante polemiche ha generato, e per la presenza di costruzioni rurali in pietra a secco del tipo a 'tholos', in loco chiamati casette. Dall'altra parte della sella, il pendio si innalza con il còlle vìsco (776 m), ribattezzato sulla cartografia IGM come C.le del Vescovo.

20. Sopra il Colle Visco, c'è una sorgente munita di fontanile che è indicata sulle carte IGM come F.te del Serpente (795 m). Per i locali di Pescomaggiore, però, la fonte si chiamerebbe fónde ella pietra, utilizzando quasi un toponimo ibrido, visto che la voce dialettale per 'pietra' dovrebbe essere piuttosto prèta. Inoltre, secondo la cartografia IGM, la F.te della Pietra è una seconda sorgente che si trova più ad ovest, per la quale i locali non hanno saputo fornire un nome alternativo.


La regione dei Colli
21. La regione appena a nord dell'abitato di Pescomaggiore si apre con il crinale detto dei cógli, di fronte al paese, percorsa da alcuni sentierini. Le carte IGM riportano il toponimo nella versione 'dialettaleggiante' i Cogli, ma esso non è altro che una variante locale per Colli, stante la diffusa palatalizzazione del nesso -lli.

22. Seguendo la strada asfaltata per Paganica, in corrispondenza di un primo tornante, si trova una grotta segnalata sulle carte (918 m), nei pressi di un mandrone, pure segnato, alle pendici di un cocuzzolo poco evidente (933 m). La designazione locale della località è la sèrra, dal diffuso tipo toponimco serra, che indica crinali allungati, per traslazione geografica dalla voce latina per 'sega', con allusione alla dentellatura delle creste.

23. Seguitando a percorrere la strada per Paganica, sulla destra si trova la contrada j'alivùccio, percorsa da una recente diramazione della strada stessa. Come indica bene il toponimo dialettale, si tratta di un fitonimo alvano, che indica il 'pioppo bianco' o altre varietà arboree caratterizzate dalla corteccia di color chiaro, essendo in definitiva il nome derivato dall'aggettivo latino albus 'bianco'. L'adattamento IGM la Levuccio, quindi, è del tutto erronea.

24. Un secondo tornante si trova, stavolta verso sinistra, a 877 m, in corrispondenza dell'attraversamento della breve vàlle fiocàna, che muore poco più sotto. La valle, che scende dalle vicinanze di Filetto, porta un nome che parrebbe un prediale, vista la tipica formante -ana. Formalmente, potrebbe risalire ad un personale *Flocus o simili.

25. Ad ovest della valle, si innalza il grosso sperone di còlle mezzàno (950 m), indicato come C.le Mezzano anche sulla cartografia IGM. L'origine di questo toponimo sta nel fatto che il crinale si colloca 'a mezzo' fra la suddetta Valle Fiocana e la quasi parallela vàlle carbóne, coltivata a vigneto, corrispondente alla Valle Carbone della cartografia IGM. Quanto a quest'ultima designazione, essa pare riflettere la voce carbone, ma come altri analoghi toponimi, questa può ben essere soltanto una paretimologia, la vera origine del nome andando ricercata nella voce di sostrato caravone 'burrone' derivato di caravo 'incisione, solco'.

26. Dopo aver toccato una grossa cava, si perviene alla sorgente di fórma (816 m), che alimenta, tramite un breve ramo di canalizzazione, un fontanile sito più a valle. Il nome della sorgente, sulle carte IGM riportato come F.te della Forma, riflette l'appellativo forma che indica propriamente il 'canale di adduzione delle acque al mulino'. Il crinale alle pendici del quale si trova il fontanile è detto sópra le grótte, per via della presenza di numerosi sgrottamenti, puntualmente segnalati sulla cartografia IGM.

27. Chiude a valle la montagna di Pescomaggiore la cappella rurale di San Pietro (sambiétro), prima dell'ultimo tornante della strada, ormai in vista di Paganica. Dalla parte opposta del valloncello che lì scorre, si trova la contrada di Sant'Eufemia (sandeufèmia), nella quale si troverebbero ancora i ruderi di un antico convento, dedicato per l'appunto a Sant'Eufemia.

28. In direzione di Filetto, invece, il tenimento di Pescomaggiore continua a monte della cappella di San Pietro con il valloncello nel quale si trova la fónde erróne (799 m), chiamata F.te Verrone sulle carte IGM. In effetti, il nome del fontanile pare riflettere lo zoonimo verro 'maschio del porco' e forse anche 'cinghiale'.

29. Più sopra, proprio ai confini è il cocuzzolo di còlle de marcóne (917 m), con vicino un boschetto privato recintato da un mandrone, e una casetta. Il colle è chiamato C.le Marconi sulla cartografia IGM, per cui nno è chiaro se il personale che sta all'origine della designazione sia un cognome, 'Marconi', o piuttosto un soprannome, 'Marcone'. Più a monte già comincia la contrada Vascuccia di Filetto.