Casentino (Sant'Eusanio Forconese)

Appunti sul paese

Sant'Eusanio si trova sulla destra del fiume Aterno, presso la strada provinciale n° 261, che la unisce da un lato a San Demetrio e, dall'altro, a San Gregorio. Sua frazione è Casentino. Sono entrambi centri di dialetto forconese.

Il centro, successivamente dotato di castello, sorse attorno alla basilica costantiniana di Sant'Eusanio martire, da cui trae anche il toponimo. Nel 1863 assunse la specifica Forconese, richiamando il nome della città vestino-romana di Forcona.

La chiesa di Sant'Eusanio (sec. VIII, ric. sec. XII) nei secoli ha subito molti rimaneggiamenti e ricostruzioni. Le forme attuali sono seicentesche. La facciata rettangolare tripartita da paraste e coronata da una cornice orizzontale è stata rifatta nel 1463. Vi sono murate iscrizioni romane. Si segnalano anche la chiesa di San Giovanni Evangelista, la Chiesa di Santa Maria Sotterra (sec. XIII), il Castello (sec. XIII) con la chiesetta della Madonna del Castello e Palazzo Barberini (sec. XVII).

Appunti sul territorio

Casentino è frazione del comune di Sant'Eusanio Forconese, trovandosi, rispetto al capoluogo, dalla parte opposta del ramo di Fossa del fiume Aterno. La sua montagna è un piccolo settore della catena del Velino-Sirente, e precisamente del secondo gruppo (Sirente), che proprio qui viene fatto iniziare per comodità. Verso valle, il limite seguito è individuato molto bene dalla strada che corre non lontano dalla riva del fiume Aterno, fra Fossa, Casentino stessa e Tussillo.

La montagna casentinese è un ripido bastione che culmina col margine di un altopiano che si estende fra San Martino d'Ocre e Fonteavignone, incluso per comodità nel gruppo del Sirente. Il confine comunale passa per la cima di móndë crócë (1168 m), lasciando a Casentino la fóssa paglierìccia.

Alcune sorgenti si trovano nei boscosi pendii sopra il paese: la più importante è j'acquàrë. Per il resto, non si registrano emergenze di rilievo, né sentieri segnati.

La toponomastica

Monte Croce
1. La montagna che sovrasta l'abitato di Casentino, estrema propaggine occidentale della catena del Sirente, è chiamata dai locali móndë crócë, evidentemente per via di una grossa croce posta sulla sua sommità, ben visibile dal paese. Detta sommità (1168 m) è in realtà solo il bordo di una sorta di altopiano, che ha dall'altra parte i centri di San Martino d'Ocre e Fonteavignone. Sulla cartografia IGM viene riportato l'oronimo Muro Murato in corrispondenza della cima, il quale dipende dalla designazione locale mùrë muràtë, che si riferisce a qualche rudere, maceria nella zona delle pareti rocciose prospiciente il paese. Il toponimo è infatti un composto della voce muro, che potrà riferirsi anche a rovine antiche, mura ciclopiche ecc., con la specificazione murato, deverbale da murare.

2. A destra della cima di Monte Croce, per chi guarda da Casentino, comincia il vasto bosco della sélva, che si estende ben oltre i confini con Ocre e la cui parte bassa confina con la fascia detta pédë la sélva. Sulla cartografia IGM si trova il toponimo Selva di Lazzaro, con una specificazione evidentemente derivata da un personale locale. Quanto alla voce selva, essa è riflesso del latino silva 'bosco'.

3. La principale via montana di Casentino comcincia a càpë la tèrra, nella parte più elevata dell'abitato, dove si trova una crocetta. Il toponimo si compone della preposizione capo, nel senso di 'parte alta di', e dell'appellativo terra che, in generale in area abruzzese, designa il 'paese', in quanto distinto dalla 'città' più importante, munita di mura, sede vescovile ecc.

4. Lungo la carrareccia, poi sentiero, che sale da Casentino verso le pareti, si trova j'acquàrë, una qualche sorgente o rivo dove scende l'acqua al disgelo. Il toponimo riflette la voce latina aquariu(m), nel senso di 'portatore di acqua'. Sulla cartografia IGM, tale nome è attribuito alla presa dell'acquedotto paesano (725 m ca.), poco a monte della stradella, ma questa sorgente, secondo i locali, prende il nome dalla località dove si trova, u rënàrë. Si tratta di un derivato di rena 'sabbia', mediante il suffisso dal valore collettivo -ariu(m). La designazione dipenderà quindi dalla morfologia del sito, proprio sotto le pareti di Muro Murato.

5. Impianando dopo la sorgente, si arriva a guadare un primo fosso, detto u funnàcchjë, il quale scende dalla cima di Monte Croce. Il nome del valloncello è un derivato di fondo, qui nel senso di 'valle, canale', col suffisso accrescitivo -acchio. Un secondo valloncello viene guadato dopo aver deviato decisamente verso ovest, in seguito ad un tratto pianeggiante. La zona dell'attraversamento è chiamata la sëndënèlla, forse per via di un serbatoio (sentina) realizzato in loco prima dell'attuale acquedotto.

6. Il tratto boscoso a valle del tratto pianeggiante del sentiero è detto lë vàglië, ed arriva in basso a lambire ad ovest l'abitato. Quanto al nome, esso riflette l'appellativo gualdo 'bosco', di origine germanica, e precisamente longobarda (wald). L'esito fonetico locale vàglië è assolutamente regolare, in quanto si è avuta la soluzione di gu- in v- come nei nomi ereditati dal latino, mentre il nesso -ld- è stato assimilato prima a -ll- (come càllë per *caldus), poi si è palatalizzato, seguendo un fenomeno diffuso in tutta l'area appenninico-tirrenica.

7. Continuando sul sentiero, dopo la Sentinella è la volta del vùschë, ancora in zona boscosa. In effetti, il toponimo può essere un raro riflesso dialettale del latino medievale buscus 'bosco', a sua volta forse da voce germanica affine al tedesco Busch, antico busk 'macchia, boschetto'. Se questa è l'etimologia corretta ci troveremmo, nel giro di poche centinaia di metri, a rappresentanti toponimici di selva, bosco e gualdo, tre modi diversi di esprimere il concetto di 'bosco'.

8. Una seconda strada che percorre le pendici di Monte Croce è quella che congiunge Casentino con San Panfilo. Dopo la zona di Capo la Terra, contraddistinta da una croce, la carrozzabile attraversa la contrada di casalìcchjë, che si estende fino ai confini con Ocre. Il toponimo, riportato pure sulla cartografia IGM come Casalicchio, è un chiaro derivato di casale, attraverso il suffisso diminutivo -ecchio, con metafonia -ìcchjë. Una costruzione rurale, che potrebbe essere il casale all'origine della designazione, è segnalata sulle carte appena dopo la croce.

9. A destra della carrozzabile, si trova prima l'imbuto della vàllë sandàngëlë, che circonda l'isolato colle sul quale si trova il convento di Santo Spirito d'Ocre. Il nome della valle non richiama quello del convento ma piuttosto, stranamente, quello dell'altro convento di Sant'Angelo d'Ocre, fra Ocre e Fossa.

10. La costa sulla quale (710 m) si trova il convento di Santo Spirito, tagliata a metà dai confini comunali, è chiamata la piàja. Questa è una voce latina derivata dal greco plagia, che ha riflessi solo nei dialetti, mentre nell'italiano è passata a designare la 'spiaggia'. A valle della piàja, si trova poi la località casàlë, in direzione della piana che si estende lungo il corso del fiume Aterno.

11. Una strada campestre si dirige verso la contrada di Casale dall'abitato, e precisamente dal rione di Capo la Terra da dove partono le altre due strade già seguite. Appena fuori del paese, c'è la contrada delle césë. Questa sarà un coltivo ottenuto dall'abbruciamento del bosco che, in precedenza, occupava la zona. Infatti, l'appellativo cesa riflette il latino (silva) caesa, participio di caedere 'tagliare'.

12. Si incontra poi, non lontano dal paese, la riàva. Il nome di questa località è riportato sulla cartografia IGM come le Riave, ma collocato sulla montagna, appena sotto le pareti rocciose. Invece, pare che si tratti proprio di una contrada pedemontana, però conosciuta anche a Fonteavignone col nome al plurale, lë riàvë. Il toponimo rifletterà il latino rivus, ma non è chiaro il suffisso, né il significato della formazione.

13. Lungo la strada per Casale, si trova il vascónë, una località che prenderà il nome da qualche grossa vasca per la raccolta delle acque. E' poi la volta di vallëdónë, dal nome oscuro. Questo è, infatti, composto di valle e di un secondo termine non chiaro ma che, come altri dello stesso tipo, potrebbe nascondere un personale germanico, ad esempio Aidone, che è alla base della designazione valialùna da *vàll'aidùna di Pettorano (Aq).

14. A monte della strada per Casale, c'è u pratìglië. Questo sarà una porzione prativa libera dal bosco dei vàglië. Il nome riflette il latino pratus 'prato', col suffisso -illo originario dell'Italia meridionale.


La montagna di Barile
15. A sinistra delle pareti di Muro Murato, per chi guarda dal paese, si trova la fóssa paglierìccia (885 m), una grossa dolina quasi ai confini con Tussillo. Il nome, presente pure sulla cartografia IGM come Fossa Pagliericcia, riprende l'appellativo fossa, riflesso del latino fovea 'cavità', mentre la specificazione è uno strano derivato di paglia, forse pagliericcio nel senso di 'color paglia, rosso-giallastro'.

16. Ad est della Fossa Pagliericcia, ai confini con Tussillo, comincia la collina dei varìlë, che per lo più appartiene a questo tenimento. La località è la sede di un insediamento medievale, quello di Barili o Barile, del quale rimane la chiesa di San Pietro al di là del confine. Quanto al nome, esso si presta a diverse congetture. Il suffisso -ile, latino -ilis dal valore aggettivale, fa pensare ad un appellativo del tipo bar-, che troverebbe riscontro in nomi del sostrato prelatino d'Italia, Sardegna e Iberia. Alcuni autori hanno perciò voluto vedere nel tema in questione un generico significato di 'terreno fangoso': non si sa dire se tale valore semantico si adatterebbe alla località casentinese. Ma non è esclusa una derivazione simile a quella di Barete (Aq), cioè da un derivato *lavarile(m) di un fitonimo designante la specie 'crescione'.

17. La collina di Barile è raggiunta dalla mulattiera detta vìa piàna, per via del percorso pianeggiante, che parte dall'Acquaro a monte del paese. Lungo tale stradella si incontra subito j'acquàrë pìcculë, un fosso nel cui nome è evidente il confronto col precedente, di più ingente portata. Un terzo fosso attraversato è u vallongéglië, che separa la collina di Barile dalla montagna con la Fossa Pagliericcia. Il nome del fosso corrisponde all'italiano valloncello.

18. A valle della collina di Barile, si estende la fascia a confine con Tussillo dei filónë, la quale prende il nome dai filoni di vite piantati. Si tratta infatti di un toponimo recente, vista l'assenza della metafonia da -i, che avrebbe dovuto dare *i filùnë.

19. Le località pedemontane, collegate da un sentiero che costeggia il bosco, sono la prëtàra, appena sotto il paese, pédë lë màttë e lë vërùttë, sotto i Filoni. Il primo toponimo è un collettivo di preta, nel senso di 'pietraia', il terzo equivale a 'grotte', mentre il secondo ha una notevole importanza dal punto di vista lessicale. Infatti, contiene l'appellativo matta che appare di origine assai antica, trovando riscontro in molte voci dei dialetti italiani ed anche iberici, nonché in lingue più o meno influenzate dal sostrato.